domenica 29 marzo 2020

"Evoluzione. Nate per cadere lontano dall'albero!" Da una pagina del mio artist journal 2016-2019 ©



Questo piccolo acquerello tratto dal mio artist journal, è un invito a esplorare noi stessi e la nostra unicità. Credo che il fatto di essere tutti unici e irripetibili sia la nostra più grande risorsa e forza.
Ho portato a termine gli impegni burocratici ed ora inizio per quel che posso, date le circostanze, a mettere in pratica i miei progetti.
In effetti c'è tanto da organizzare e una larga parte di questo può essere fatta senza uscire di casa, perché riguarda la scelta di cosa viene con me e di cosa invece va riciclato.
Il mio progetto di una casa su ruote, prevede un downsizing/minimalismo radicale, considerando che ora sono circondata da oggetti provenienti da quattro generazioni della mia famiglia e che, anche se avessi solamente le mie cose, sarebbe un duro lavoro, perché il downsizing/minimalismo riguarda il nostro interiore prima ancora che le nostre cose.  
Cito a proposito una parte del post di Joshua Baker "Incoraggiare la semplicità. Letture del fine settimana". (Il link è a fine post)
"Il minimalismo è la promozione intenzionale delle cose che più apprezziamo e la rimozione di tutto ciò che ci distrae da esse. Richiede una decisione consapevole perché è uno stile di vita controculturale rispetto al consumo eccessivo che ci circonda. Il mondo in cui viviamo non promuove la ricerca del minimalismo. Le sue tendenze e le campagne pubblicitarie implacabili ci chiamano per acquisire di più, meglio, più velocemente e più nuovo. Il viaggio alla ricerca della semplicità richiede un'ispirazione coerente."
Questo per me significa vivere con ciò che ci piace, ci dà gioia e ci è utile, ma che non ci distoglie dalla vita stessa. E' bello avere tante cose: collezioni, begli oggetti etc. (lo so bene, faccio l'artista e creo tante cose che mi piacciono, oltre a quelle che trovo nel mondo), ma quanto riusciamo veramente a godere di ciò che abbiamo e quanto, tutto ciò di cui ci circondiamo, finisce per essere qualcosa di cui prendersi cura più che qualcosa da cui trarre piacere? Quanto il circondarci di oggetti è cultura piuttosto che scelta consapevole? 
Queste sono alcune delle domande che mi hanno portato qui, ma la parte più impegnativa è scegliere perché questo processo va al nostro nucleo e ci pone davanti a una vasta gamma di emozioni, assunti, resistenze, imprintings prima di portarci a noi stessi e alla nostra unicità.
C'è chi riesce a esprimere la propria unicità senza sentire il bisogno di fare un downsizing o di essere minimalista e chi, invece, sente il bisogno di fare questo passo per raggiungerla.
Come ho intenzione di fare? Bella domanda! Ci sono molte teorie ed esperimenti in merito, ma credo di voler trovare quello che funziona per me. Per ora so quali delle cose che ho, desidero che vengano con me e immagino che inizierò proprio da queste, magari mettendole nelle scatole per il trasloco.
Una cosa che sto scoprendo in questi giorni è che l'avere avuto a che fare con la burocrazia per un lungo anno e mezzo, mi ha dato l'abitudine di usare la creatività come antistress e, ora che l'impegno burocratico è terminato, mi sono trovata a cercare di creare come se dovessi ancora allentare lo stress, non proprio per piacere, ma con una sorta di compulsione. 
Credo di dover imparare nuovamente come prendermi cura di me stessa e dei miei progetti avendo molto più tempo a disposizione e poco stress.
Questo è dove sono ora. 
Abbiate cura di voi stessi e usate in modo creativo questa quota di tempo libero che la situazione corrente ci sta dando.



venerdì 13 marzo 2020