A road trip map "throward" an higgelig living. A "broaRder" view. ©MartaScatarzi
sabato 18 marzo 2023
L'angolo del quilting - Marzo è il mese del quilting e oggi è la giornata mondiale del quilting
martedì 7 marzo 2023
Ho un debole per quelle persone... di Andrew Faber
Ho un debole per quelle persone
giovedì 1 dicembre 2022
La casa si veste di rosso
Non sono mai stata un'amante del Natale e delle decorazioni "troppo natalizie", ma mi piace vestire la casa di oggetti, piccoli particolari, tende, coperte, cuscini, fiori, luci etc rossi, bianchi e rosso scozzese: rendere la casa più vivace, calda, accogliente... "Hyggelig" direbbero i nordici!
Per prima cosa, ho trovato questo Calendario dell'Avvento su tessuto da trapuntare dopo aver tagliato le tasche per i vari giorni e averle cucite al loro posto. E' particolare perché i giorni sono messi a caso e non in ordine e perché, pur avendo renne, fiocchi di neve, palle di natale, alberi, uccellini, pungitopo e casette non è proprio tradizionalmente natalizio... direi che è invernale.
Questo è il pannello da lavorare.
domenica 25 settembre 2022
L'angolo del quilting: "Meglio finito che perfetto!" Table Topper autunnale "stravagante"
lunedì 5 settembre 2022
Uno spunto di riflessione: "Zeitgeist: Moving Forward" film
venerdì 3 giugno 2022
Rudolf Nureyev sul dono del vivere e il dono dell'arte
Il 17 marzo 2022 Rudolf Nureyev avrebbe compiuto 84 anni.
All'inizio degli anni '90, mentre moriva di Aids, scrisse questa lettera che a tutti farebbe bene leggere e che descrive bene il mio senso della vita e dell'arte:
"Era l’odore della mia pelle che cambiava, era prepararsi prima della lezione, era fuggire da scuola e, dopo aver lavorato nei campi con mio padre perché eravamo dieci fratelli, fare quei due chilometri a piedi per raggiungere la scuola di danza.
Non avrei mai fatto il ballerino, non potevo permettermi questo sogno, ma ero lì, con le mie scarpe consunte ai piedi, con il mio corpo che si apriva alla musica, con il respiro che mi portava sopra le nuvole. Era il senso che davo al mio essere, era stare lì e rendere i miei muscoli parole e poesia, era il vento tra le mie braccia, erano gli altri ragazzi come me che erano lì e forse non avrebbero fatto i ballerini, ma ci scambiavamo il sudore, i silenzi, la fatica. Per tredici anni ho studiato e lavorato, niente audizioni, niente, perché servivano le mie braccia per lavorare nei campi. Ma a me non interessava: io imparavo a danzare e danzavo perché mi era impossibile non farlo, mi era impossibile pensare di essere altrove, di non sentire la terra che si trasformava sotto le mie piante dei piedi, impossibile non perdermi nella musica, impossibile non usare i miei occhi per guardare allo specchio, per provare passi nuovi. Ogni giorno mi alzavo con il pensiero del momento in cui avrei messo i piedi dentro le scarpette e facevo tutto pregustando quel momento. E quando ero lì, con l’odore di canfora, legno, calzamaglie, ero un’aquila sul tetto del mondo, ero il poeta tra i poeti, ero ovunque ed ero ogni cosa.
Ricordo una ballerina Elèna Vadislowa, famiglia ricca, ben curata, bellissima. Desiderava ballare quanto me, ma più tardi capii che non era così. Lei ballava per tutte le audizioni, per lo spettacolo di fine corso, per gli insegnanti che la guardavano, per rendere omaggio alla sua bellezza. Si preparò due anni per il concorso Djenko. Le aspettative erano tutte su di lei. Due anni in cui sacrificò parte della sua vita. Non vinse il concorso. Smise di ballare, per sempre. Non resse la sconfitta. Era questa la differenza tra me e lei. Io danzavo perché era il mio credo, il mio bisogno, le mie parole che non dicevo, la mia fatica, la mia povertà, il mio pianto. Io ballavo perché solo lì il mio essere abbatteva i limiti della mia condizione sociale, della mia timidezza, della mia vergogna. Io ballavo ed ero con l’universo tra le mani, e mentre ero a scuola, studiavo, aravo i campi alle sei del mattino, la mia mente sopportava perché era ubriaca del mio corpo che catturava l’aria.
Ero povero, e sfilavano davanti a me ragazzi che si esibivano per concorsi, avevano abiti nuovi, facevano viaggi. Non ne soffrivo, la mia sofferenza sarebbe stata impedirmi di entrare nella sala e sentire il mio sudore uscire dai pori del viso. La mia sofferenza sarebbe stata non esserci, non essere lì, circondato da quella poesia che solo la sublimazione dell’arte può dare. Ero pittore, poeta, scultore.
Il primo ballerino dello spettacolo di fine anno si fece male. Ero l’unico a sapere ogni mossa perché succhiavo, in silenzio ogni passo. Mi fecero indossare i suoi vestiti, nuovi, brillanti e mi dettero dopo tredici anni, la responsabilità di dimostrare. Nulla fu diverso in quegli attimi che danzai sul palco, ero come nella sala con i miei vestiti smessi. Ero e mi esibivo, ma era danzare che a me importava. Gli applausi mi raggiunsero lontani. Dietro le quinte, l’unica cosa che volevo era togliermi quella calzamaglia scomodissima, ma mi raggiunsero i complimenti di tutti e dovetti aspettare. Il mio sonno non fu diverso da quello delle altre notti. Avevo danzato e chi mi stava guardando era solo una nube lontana all’orizzonte. Da quel momento la mia vita cambiò, ma non la mia passione e il mio bisogno di danzare. Continuavo ad aiutare mio padre nei campi anche se il mio nome era sulla bocca di tutti. Divenni uno degli astri più luminosi della danza.
Ora so che dovrò morire, perché questa malattia non perdona, ed il mio corpo è intrappolato su una carrozzina, il sangue non circola, perdo di peso. Ma l’unica cosa che mi accompagna è la mia danza, la mia libertà di essere. Sono qui, ma io danzo con la mente, volo oltre le mie parole ed il mio dolore. Io danzo il mio essere con la ricchezza che so di avere e che mi seguirà ovunque: quella di aver dato a me stesso la possibilità di esistere al di sopra della fatica e di aver imparato che se si prova stanchezza e fatica ballando, e se ci si siede per lo sforzo, se compatiamo i nostri piedi sanguinanti, se rincorriamo solo la meta e non comprendiamo il pieno ed unico piacere di muoverci, non comprendiamo la profonda essenza della vita, dove il significato è nel suo divenire e non nell’apparire. Ogni uomo dovrebbe danzare, per tutta la vita. Non essere ballerino, ma danzare.
Chi non conoscerà mai il piacere di entrare in una sala con delle sbarre di legno e degli specchi, chi smette perché non ottiene risultati, chi ha sempre bisogno di stimoli per amare o vivere, non è entrato nella profondità della vita, ed abbandonerà ogni qualvolta la vita non gli regalerà ciò che lui desidera. È la legge dell’amore: si ama perché si sente il bisogno di farlo, non per ottenere qualcosa od essere ricambiati, altrimenti si è destinati all’infelicità. Io sto morendo, e ringrazio Dio per avermi dato un corpo per danzare cosicché io non sprecassi neanche un attimo del meraviglioso dono della vita."
mercoledì 25 maggio 2022
L'angolo del quilting: "Meglio finito che perfetto!" The wacky quilt - Il quilt strambo
Se non finisce presto questo nuovo periodo di burocrazia, stress e leggera tristezza, avrò la casa piena di quilts! 😁
Mi piace fare i quilts e mi piace averli, ma farli così per allentare lo stress, sembra quasi un lavoro.
Ho iniziato questo quilt circa 3 anni fa, in ricordo di Silvia, mia madre. Ho usato molti dei tessuti blu e bianchi che le piacevano e di cui erano rimasti piccoli pezzi. Al tempo ero super inesperta con la macchina per cucire e quindi credo che ci siano pochissime cuciture dritte. Per non parlare di come ho tagliato i triangoli! Non ne ho trovati due uguali! 😂 Infatti, accantonai il progetto per "troppa difficoltà". Ora, invece, sento la spinta a finire i "progetti lasciati a metà" e quindi l'ho affrontato con coraggio e, adesso che è finito, mi piace tanto! 💓
La trapuntatura è stile Sashiko fatta a mano.
mercoledì 4 maggio 2022
Primavera in terrazzo!
sabato 23 aprile 2022
L'angolo del quilting: "Meglio finito che perfetto!" Sawtooth Star quilt
SAWTOOTH STAR QUILT - NORTH STAR QUILT
Sono davvero molto contenta! Mi è piaciuto fare questo quilt che ho ribattezzato "North Star" e la cui dedica è <Follow your inside North Star for your freedom>. Nel tempo e usandolo, deciderò se fare a mano una trapuntatura a losanga lungo l'asse diagonale delle stelle.
domenica 27 febbraio 2022
L'angolo del quilting: "Meglio finito che perfetto!" Sawtooth Star quilt: assemblo i tre strati prima di trapuntare
Mi sono decisamente lasciata prendere dall'entusiasmo del bordo grande e poi dei blocchi di raccordo inseriti nel bordo e non mi sono resa conto delle dimensioni. Ho dovuto spostare letto, poltrona e un paio di tavoli per poter distendere i tre strati (top, imbottitura e tessuto di supporto posteriore) sul pavimento per fissarli con le spille da balia prima di trapuntare. Ma è stato meglio così, altrimenti non sarebbe venuto così bello!
E ora: si va con le spille da balia!
domenica 20 febbraio 2022
L'angolo del quilting: "Meglio finito che perfetto!" Sawtooth Star quilt top: i bordi
E' arrivata la stoffa per i bordi!